"Dell'insurrezione di Milano" è uno dei testi più importanti del nostro Risorgimento. Steso nell'esilio, dopo il fallimento dei moti del Quarantotto, più che un resoconto delle Cinque giornate e della successiva guerra, è una disincantata analisi della situazione politica generale. Che gli eventi di quel periodo fossero principalmente uno scontro di interessi e di sistemi economici è chiaro per un economista come Cattaneo, che in quest'opera rovescia buona parte della storiografia ufficiale e filosabauda del Risorgimento. Gli eroi scolastici delle Cinque giornate saltano in aria non appena i loro comportamenti vengano esaminati dal punto di vista degli interessi del "popolo" e della sua "lotta per la Libertà, vista come altra cosa dall'indipendenza" dall'Austria ricercata da Carlo Alberto mediante la guerra. Meta ultima, per Cattaneo, è la costruzione di uno stato moderno e democratico, in un contesto di pace universale ricercata in modo concreto e razionale, nel quadro degli "Stati Uniti d'Europa", unica espressione capace di garantire l'uguaglianza e la libertà.
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