Una poetica quella di Maria Annunziata Gallo in "Io mi regalo cieli e orizzonti" che rimanda ad una ritualità antica fatta di curiosi e rigeneranti sguardi all'insù. Tra la lucentezza dell'astro diurno e lo sfavillio della notte si espande quel cielo che insieme alle sue creature è sempre cornice del suo poetare. Questa silloge mira a porgere al lettore una finestra di fulgida e tersa speranza al di là del grigiore che incupisce l'odierna realtà. Vuole accompagnarlo sulle amene e irrinunciabili alture della gratitudine e dell'amore.
Anonimo -