"Nella gelida nebbia del pomeriggio milanese, una dozzina di persone tributava l'ultimo saluto a Vittore Bruni." Tra loro, il commissario Arpaia e Dany Contreras delle Assicurazioni Elvetiche. Sono lì per scoprire le cause della strana morte del dottor Bruni e, se esiste, il misterioso assassino. Chi trae vantaggio dall'uscita di scena del ricco proprietario delle pelletterie il cui fiore all'occhiello sono i prodotti in pelle di jacaré, un caimano in via d'estinzione? Forse il suo socio, Carlo Ciccarelli, che dalla sedia a rotelle vorrebbe dominare il mondo come un sovrano dal trono, o la figlia, la bella Ornella, flessuosa come le donne di Modigliani, alternativa e ribelle all'ambiente a cui appartiene. O, ancora, un piccolo uomo coraggioso, venuto da lontano per vendicare lo scempio che ha subito il suo mondo. Mimetizzato dalla trama poliziesca di Jacaré, il tema dell'ambiente e della natura insidiata, caro a Luis Sepulveda, viene trasferito in una Milano umida e grigia, popolata di personaggi vivaci, per dar vita a una storia dove la serrata sequenza degli eventi sorprende di continuo il lettore mostrandogli una realtà sempre cangiante. Il ritmo è tanto rapido che tutto sembra finire troppo in fretta. Se ne vorrebbe ancora, ma la "vita moderna è fatta così. Si vive e si muore alla velocità della luce". Diversa è l'ambientazione del racconto lungo che completa il dittico di questo volume. In "Hot line", un ispettore di provincia di stirpe mapuche, George Washington Caucaman, trasferito per punizione a Santiago dopo aver impallinato il fondoschiena del figlio di un generale cileno, si trova alle prese con un caso all'apparenza elementare, normale routine della sezione reati sessuali. Invece, imprevedibilmente, ecco che nelle conversazioni telefoniche di quelli che si possono definire "postriboli virtuali" affiorano brandelli di un passato sinistro, si affacciano ricordi dolorosi che rimandano al tempo della dittatura e dell'oppressione politica.
Anonimo -