Jean-Luc Nancy ha lasciato unimpronta profonda in chiunque si sia accostato alla sua filosofia, un pensiero audace che colpiva al cuore in virtù di uninterrogazione incessante e mai sazia, facendo segno, come amava esprimersi, allesistenza singolare plurale condivisa degli umani come al proprio orizzonte di senso. Ha saputo far respirare il proprio pensiero, sempre con esiti non scontati e a tratti sorprendenti, negli ambiti più vari: dalla filosofia alla politica, dalla teoria letteraria al teatro e allarte, dalla religione alla lettura dellattualità. Ne La comunità inoperosa, libro visionario del 1986, riproponeva contro ogni aspettativa e dopo le cocenti delusioni legate al crollo dei comunismi e dei collettivismi lidea filosofica, anzi di più, la premessa e la promessa democratica dellessere-in-comune come eterotopia di condivisione e convivenza, rispettosa delle forme plurime e incommensurabili dellumano. Ha saputo leggere lintera comunità in quanto corpo politico, fornendo a noi eredi una chiave straordinaria per interpretare lepocale contraddizione del rifiuto dello straniero come incapacità di guardare allalterità con desiderio e apertura per accogliere quel che può rigenerarci. A coniugare la corporeità e la comunità è lesperienza amorosa in quanto esperienza fisico-corporea di attraversamento e insieme ontologica di interrelazione perché lamore si nutre del con e del tra.
Anonimo -