Negli anni quaranta dello scorso secolo, con la colonizzazione belga, gli abitanti del Ruanda entrano in contatto con i padri missionari cattolici e la loro opera di proselitismo. Il re, massima figura secolare e spirituale, depositaria della tradizione ruandese, accetta il battesimo e impone il cattolicesimo ai suoi sudditi. I missionari mettono perciò al bando ogni culto indigeno, che considerano pagano e demoniaco, votando il Ruanda a Gesù. Tra le leggende locali, però, ce n'è una molto simile alla storia di Cristo e di sua madre Maria che gli europei provano a trasmettere con i loro messali incomprensibili. E la storia di Kibogo, il figlio del re, che riportò sulla Terra una pioggia da tempo agognata, salvando gli uomini dalla siccità, per poi essere assunto in cielo, esattamente come Gesù. La confusione tra i due racconti è, dunque, inevitabile. Di fronte alla grande siccità, perché non invocare anche Kibogo affinché la pioggia ritorni? A metà tra cronaca e leggenda, Scholastique Mukasonga assume in quest'opera il ruolo dell'affabulatrice, una donna che, attorno al focolare dei villaggi ruandesi, raccontava alla comunità storie magiche e allegoriche. Con la maestria e l'ironia che l'hanno consacrata tra le voci di punta della letteratura africana contemporanea, l'autrice racconta la colonizzazione, l'imposizione di un culto e il sincretismo religioso, consegnando alla parola scritta una cultura che si è trasmessa per secoli in forma orale.
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