"L'apostolo", ambientato nella Roma di Leone XIII, narra, con uno psicologismo chiuso e morboso, la storia fogazzariana di un giovane aristocratico, il cui cattolicesimo inquieto si scontra con i dogmi delle gerarchie ecclesiastiche. Eugenio Montale ha scritto: «Nessuno capì così bene i poveri, i diseredati, come lo Zena; nessuno li lasciò ragionare con tanta indulgenza, con tanta pietà superiore e nascostamente sorridente».
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