«L'Italia, per fortuna, è spacciata. Nell'ultimo secolo l'hanno tenuta insieme a forza prima Mussolini, poi i grandi partiti di massa, e infine - a modo suo, cioè suscitando un amore e un odio fuori misura - Berlusconi.
Oggi, con il succedersi rapidissimo di fenomeni da baraccone ansimanti di leadership e con la polverizzazione senza fine del sistema partitico, non c'è rimasto nessuno - neppure, in fondo, la Nazionale di calcio - in grado di rendere credibile la favola dell'Italia unita».
Fabrizio Rondolino è un fine analista politico e, nella sua lunga esperienza dentro i palazzi del potere, sia in qualità di cronista che di consigliere, ha potuto toccare con mano quanta retorica accompagni la propaganda sulla nazione, parola che è divenuta centrale nella narrazione di questo governo ma che, anche in passato, è stata al centro di forzature politiche ridicole e pretenziose.
Partendo da Dante Alighieri fino ad arrivare ai nostri giorni, l'autore analizza come storicamente e culturalmente si sia formato il Bel Paese e ci racconta come in realtà il processo di unificazione abbia lasciato tantissime lacune e fragilità che nei momenti cruciali vengono fuori. In fondo, l'Italia è uno Stato che non ha una consapevolezza e una compattezza unitaria e che fatica ad avere valori e strategie condivise. Una foglia di fico a mero consumo del gruppo di potere o del politicante di turno, soggetta per antonomasia a influenze straniere o a capricci nostrani.
E se l'Italia non esiste, figuriamoci quanto possano esistere gli italiani!
Un saggio irriverente e scostumato che smonta pezzo per pezzo la retorica della nazione e che aggiunge un argomento di riflessione al dibattito sull'Italia e gli italiani di ieri, di oggi e di domani.
Anonimo -