"L'adolescente" (1875) è, fra i romanzi di Dostoevskij, uno dei più contemporanei, forse il più contemporaneo a noi. Dal punto di vista puramente narrativo il romanzo è il racconto di un'educazione 'sentimentale', la storia di un adolescente - Arkadij ha appena compiuto diciannove anni - e dei suoi rapporti con il mondo, rapporti complicati e contradditori con gli altri, fra cui, anzitutto, il suo padre 'biologico', Andrej Petrovic Versilov. E, in questa educazione sentimentale, tormentosa, complicata, Arkadij sperimenta diverse situazioni, attraversa diversi 'temi', che sono, appunto, i temi profondi del romanzo. Questa storia di un'educazione sentimentale, cioè alla vita, viene narrata da Arkadij in prima persona, in forma di una vera e propria confessione. Un groviglio di idee, situazioni, fatti, tentativi, slanci, vigliaccherie, incapacità, menzogna e violenza trionfante che è il nostro 'disordine', o è forse una condizione umana. Un disordine morale, una incapacità di capire che cosa sia il bene e che cosa sia il male, il fanatismo e il cinismo, la fede nel denaro e le varie, illusorie bandiere: tutto questo circola in modo persino frenetico ne "L'adolescente". (Eridano Bazzarelli)
Anonimo -