"Per molti lettori degli ultimi decenni ""L'Aleph"" è il libro dove scoprirono non solo un nuovo grande scrittore ma un nuovo modo di essere della letteratura. Fu una specie di folgorazione, che poi si trasmise al resto dell'opera di Borges. Intanto, i titoli di alcuni di questi racconti - dallo ""Zahir"" a ""Deutsches Requiem"", dalla ""Ricerca di Averroè"" all'""Immortale"" - entravano nella nostra geografia mentale come luoghi da sempre familiari e misteriosi, per non uscirne più."
Anonimo -