Le mamme non hanno sempre ragione, non sono sempre buone; spesso, nella normalità della vita quotidiana, fanno del male, più o meno involontariamente, ai propri figli e talvolta possono arrivare persino a ucciderli in maniera efferata. Quante sono le madri che non vogliono saperne di lasciare il privilegio della bellezza alle proprie figlie? Quante vedono i figli come prolungamento narcisistico di sé? Quante, sigillate nel proprio dolore, sono incapaci di prendersi cura dei loro bambini? Lella Ravasi Bellocchio, analista, in questo libro, duro e insieme dolcissimo, ci mostra il lato nascosto e taciuto della maternità nel modo più diretto ed empatico possibile, raccontandoci storie esemplari di madri "terribili". C'è Dolores, affetta da un grave disturbo narcisistico, che partorisce una bambina e un paio di mesi dopo l'annega nel water perché "era brutta, un mostro", quando in realtà la piccola era bella e sana, così bella che poteva metterla in ombra agli occhi del marito. C'è Rosa, che fa ammalare il figlio di un anno e mezzo somministrandogli i farmaci antitumorali del marito appena morto, perché la malattia dà un senso al suo vuoto esistenziale. E ci sono anche storie di quotidiana "normalità ": di madri "terribili" in quanto ottuse, fatue, dominanti e dipendenti, onnipotenti. Madri anaffettive, incapaci di accogliere i figli, perché sprofondate in se stesse. Come Wanda, commessa con il sogno di diventare velina: una ragazza simile a tante altre che vuole essere diversa, e per la quale il figlio è solo un ostacolo a una vita sotto i riflettori. E poi storie che sono l'epilogo di una tragica catena madre-figlia, alla cui origine ci sono madri negative, aggressive o depresse, dalle quali le figlie non si sono mai staccate. Come nel caso di Gemma, che in una famiglia prima colpita dalla depressione del padre e della madre e poi distrutta dalla loro morte, si fa carico dei fratelli, si sposa e ha due figli. Inizia allora a mostrare segni di insofferenza, di angoscia: si sente di nuovo incastrata in una situazione difficile da gestire e ha paura di ripetere l'esperienza dei genitori, di rivedere in sé la madre abulica, di dover ammettere un'ereditarietà. Lella Ravasi Bellocchio ci accompagna nei luoghi oscuri del materno e ci svela che, in definitiva, la madre terribile non è presente solo nei miti e nelle culture, ma è un'ombra inquieta che alberga in tutte le mamme, anche quelle "buone". Perché è con l'onnipotenza della creazione e della distruzione che inesorabilmente tutte le madri devono confrontarsi.
Anonimo -