È come se portasse il destino nel nome, Signorina: suo padre, capostazione in un piccolo paese di provincia, l'ha chiamata così ispirandosi al soprannome di una locomotiva di straordinaria eleganza. E creare eleganza, grazia, bellezza è il suo talento. Un giorno dal treno sbuca un omino con gli occhi a mandorla e, con pochi semplici gesti, crea un vestitino di carta per la sua bambola. L'omino scompare, ma le lascia un dono, un dono che lei scoprirà di possedere solo quando una sarta assisterà a una delle sue creazioni. Potrebbe essere l'atto di nascita di una grande stilista, ma ci sono il fascismo, la povertà e gli scontri in famiglia, le responsabilità, i divieti e poi la guerra... e Signorina poco a poco rinuncia a parti di se stessa, a desideri e aspirazioni, soffocando anche la propria femminilità, con una generosità istintiva e assoluta. E quando infine anche lei, quasi all'improvviso, si scopre donna e conosce l'amore, il sogno dura comunque troppo poco, sopraffatto da nuovi doveri e nuove fatiche, e dalla prova più difficile: un figlio nato troppo presto e nato malato, costretto a "succhiare aria" intorno a sé come un ciclista in salita. Nonostante i binari della ferrovia siano ormai lontani e la giovinezza lasci il posto a una maturità venata di nostalgia, ancora una volta Signorina sfodera il suo coraggio e la sua determinazione al bene e lotta per far nascere suo figlio una seconda volta, forte e capace di respirare da solo. Solo alla fine, nell'attimo esatto in cui la lotta cede il passo alla quiete, quel figlio nato due volte si renderà conto che l'amore coraggioso, quello di una donna e di una madre come Signorina, porta nel suo stesso corpo le ferite e i graffi del tempo... L'amore graffia il mondo è il ritratto appassionante di una donna più forte delle proprie fragilità e del vento della storia: una figura indimenticabile, unica, eppure sorella delle tante donne che ogni giorno come guerriere silenziose rinunciano a se stesse per abnegazione e per amore. Ma - come Il dolore perfetto , con cui Riccarelli ha vinto il premio Strega nel 2004 - questo romanzo è anche la saga di una grande famiglia, con una galleria di personaggi severi o meschini, inermi o tenaci che rimangono incisi nella memoria perché appartengono a un tempo perduto. È la storia dell'amore più assoluto e viscerale, quello tra madre e figlio, e della speranza più visionaria. Ed è la celebrazione della forza dell'immaginazione: quella di una donna capace di trarre un abito dalle pieghe di un foglio di carta, perché bastano pochi semplici gesti per vestire di bellezza il mondo.
La nostra recensione
Porta il nome di una locomotiva a vapore dalle linee aggraziate in funzione nei primi anni del secolo scorso, e in sé coltiva un'aspirazione, frenata però da un carattere votato al sacrificio che le sottrae ogni illusione e ruba la vita a questa donna che lotta per tenere il dolore lontano dalla sua famiglia. Una saga famigliare in cui le vicende personali si intrecciano alle pagine più crudeli e amare dell'Italia del Novecento, ma restituiscono a Signorina lampi di desiderio, attenuati solo dal peso di una responsabilità cui obbedire senza soccombere. Una protagonista fragile e coraggiosa anche nel vivere l'amore che la travolge e le affida un figlio malato, per il quale inizia una nuova estenuante ricerca della felicità e per il quale avrebbe lottato e pianto, affinché fosse vivo e uscisse fuori nel mondo a mostrare cosa era capace di fare il suo amore. E per amore si possono anche rinnegare il proprio talento e la propria vocazione, barattandoli per un po' di ordinaria serenità. Ugo Riccarelli è scrittore delicato ed elegante, la cui prosa alterna slanci fantastici a tocchi di acre realismo, mirabilmente fusi in parole che scorrono tranquille, senza scosse apparenti. Ed è proprio in questa quiete drammatica che le vicende di Signorina e della sua famiglia (efficaci e potenti i ritratti del padre Delmo e della sorellastra Ada) trovano la luce che rischiara o abbaglia, una linfa che alimenta e che, a volte, distrugge. Signorina non sceglie mai, c'è sempre qualcuno o qualcosa che indirizza la sua vita, eppure la sua tenacia e la sua determinazione, e forse anche la sua umile generosità, fanno sembrare che sia sempre sua la mano che traccia il suo destino.
Antonio Strepparola
Anonimo -