Quanto più ci accingiamo a completare la vita, a otturarne i vuoti o colmarne le lacune, tanto più essa ci incalza con la sua costitutiva incompiutezza. Mentre la contemporaneità sembra affannarsi a realizzare una unità globalizzata, qualcosa - pur sempre - manca. Scopriamo così che persino le attività che ci paiono più prossime alla pienezza - conoscere, amare, agire eticamente - si fondano in realtà su tale mancanza, che ci attrae verso un oltre. Larte è sempre stata la massima espressione di questa fondante incompiutezza. Thomas Harrison, in un affascinante percorso fra scultori, poeti e letterati - come Michelangelo, Ungaretti, Anna Maria Ortese, Auguste Rodin - ci mostra lo sforzo dell'arte di porre in luce quel che non appare, dare figura allincompiuto, provare persino a comprendere le origini inattingibili dei propri tentativi. Una riflessione che potrebbe permetterci di pensare unetica diversa, un modo nuovo di abitare il mondo.
Anonimo -