"Max Weber è considerato, si può dire unanimamente, uno tra i grandi maestri - forse il maggiore - delle scienze sociali e umane del nostro secolo. Ma mentre l'insieme della sua opera è oggetto di generale apprezzamento, il saggio sull'""Etica protestante e lo spirito del capitalismo"" incontra lo stesso destino degli scritti di Marx sulla struttura di classe e di Bachofen sul matriarcato: oggetto di continue contestazioni, viene costantemente riproposto; criticato una volta ""in modo definitivo"", risorge dalle ceneri; e deve essere ri-criticato altre decine di volte. Proprio la continua ripresa in chiave critica conferma il grande valore del saggio. La sua fortuna è presumibilmente dovuta a tre fattori: 1)l'avere messo in luce una relazione tra un fenomeno culturale (la Riforma, il suo sviluppo con Calvino) e un fenomeno economico (il capitalismo moderno), che ha una forte validità intrinseca, anche se la schematizzazione weberiana può apparire talvolta riduttiva; 2)l'essere una concezione globale della genesi dell'economia del nostro secolo, in contrapposizione a quella di Marx; infine 3)per usare le espressioni del maggiore studioso italiano del sociologo tedesco, Pietro Rossi, ""il fatto che attraverso la determinazione di quel rapporto Weber si accostava a un problema ben più vasto, a quello delle caratteristiche distintive del capitalismo moderno considerato in un quadro comparativo, e quindi nell'ambito della funzione che l'etica economica delle religioni ha assolto nella multiforme relazione tra economia e religione""."
Anonimo -