Qualche settimana dopo l'inattesa morte del padre, Paul Auster, si ritrova nella grande casa ormai deserta di un uomo che per tutta la vita aveva vissuto caparbiamente distaccato dal mondo e dagli affetti. E accostando i frammenti sparsi di un'esistenza pressoché estranea, facendo lo spoglio delle carte e degli oggetti personali di quel padre che era sempre parso distante e sfuggente, Auster si imbatte nelle testimonianze di un lontano delitto che aveva scosso la vita della famiglia all'inizio del secolo. Se nel Ritratto di un uomo invisibile , la prima parte de L'invenzione della solitudine , Paul Auster veste i panni del figlio, nella seconda, Il libro della memoria, la sua attenzione si sposta sulla sua identità di padre. E attraverso un mosaico di immagini, coincidenze e associazioni, «A» riflette su come il caso impercettibilmente governi le nostre vite, sulla natura solitaria dello scrivere e l'inevitabile distacco che lo separa dal figlio Daniel. Un delicato ritratto di famiglia, tutto giocato sul filo della memoria, una commossa riflessione sulla difficoltà di essere figli e padri.
Anonimo -