Un grande classico della letteratura, riscritto per il teatro da uno dei più promettenti giovani autori italiani. Jim Hawkins, dopo aver ricevuto la mappa del tesoro dalle mani del pirata Billy Bones, s'imbarca sull'Hispaniola in compagnia del Dottor Livesey, del Capitano Smollet, del Conte Trelawney e di una ciurma di pirati in incognito, guidati dal marinaio con una gamba sola, Long John Silver. La riscrittura mantiene la struttura dell'originale romanzo di formazione, ampliando i rapporti fra i personaggi - in particolare quello fra Jim e Silver - e lo scontro ideologico fra due modelli di mondo, la società inglese e la pirateria, con un linguaggio semplice e diretto, fruibile a più livelli e quindi adatto a un pubblico di tutte le età. Come scrive nella prefazione Marco Maccieri: «Il testo che avete tra le mani è una drammaturgia piacevole, ironica e affascinante, che cela alcuni temi profondi riguardanti l'uomo e la società in cui vive. Come nei grandi classici del teatro, la trama nasconde in realtà domande esistenziali profonde, e con il pretesto di raccontare la storia di un ragazzino orfano che parte alla ricerca di se, si finisce per interrogarsi sul senso della nostra vita». Emanuele Aldrovandi è nato a Reggio Emilia nel 1985. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia si è formato come autore alla Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Ha ricevuto alcuni fra i più importanti riconoscimenti per la nuova drammaturgia: il Premio Riccione Pier Vittorio Tondelli per "Homicide House" (2013), il Premio Fersen per "Il generale" (2013), il Premio Nazionale di Teatro Luigi Pirandello per "Felicità" (2012) e la Segnalazione al Premio Hystrio per "Funziona meglio l'odio" (2012). Lavora con la Compagnia MaMiMò per cui ha scritto "L'isola del tesoro" (2012), "Viva Clara!" (2013) e "Elvis e il Papa" (2014).
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