Pianta tra le più affascinanti e misteriose, la belladonna (Atropa belladonna) rimanda a una seducente e distruttiva entità femminile, a figure malvagie come la strega e il diavolo, a esseri soprannaturali della paura e alla morte. Il suo nome deriva da Atropo, la divinità greca che tagliava il filo della vita, e ricorda l'uso cosmetico che ne facevano le donne nel Medioevo e Rinascimento, applicando il succo dei frutti sugli occhi per renderli luminosi.
Il presente testo propone un viaggio multidisciplinare attraverso i suoi usi psicoattivi, afrodisiaci, magici e medicinali, alla scoperta di una pianta che mostra ancora lati oscuri dal punto di vista della relazione con l'uomo.
L' autore:
GIANLUCA TORO, (Pinerolo, 1969) è chimico di professione in campo ambientale. Si interessa di composti psicoattivi naturali nell'ambito dell'etnobotanica e dell'etnomicologia, nonchè di composti psicoattivi sintetici, con particolare riguardo per l'aspetto chimico e farmacologico.
Ha pubblicato articoli per riviste italiane, francesi, spagnole, tedesche e americane su diversi aspetti di questa ricerca e il libro "La radice di Dio e delle streghe.Miti e riti della mandragora dall'antichità ad oggi" (Yume, Torino, 2014), disponibile anche in versione eBook
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