"L'oeuvre" non è un romanzo autobiografico soltanto per l'ambiente che accuratamente descrive, l'ambiente più direttamente conosciuto da Zola insieme a quello dell'editoria e del giornalismo; è un romanzo autobiografico soprattutto perché testimonia l'atteggiamento dello stesso Zola nei confronti del proprio lavoro letterario, ed è proprio per questa ragione un romanzo di centrale importanza per conoscere la sua concezione del mondo e la sua poetica. In questo senso va anche il giudizio critico di H. Mitterand: "La critica moderna non si limita a ricercare ne "L'oeuvre" un'evocazione della vita degli artisti che hanno sconvolto la pittura francese fra 1860 e 1870, trasformando in modo irreversibile lo sguardo, la mano e il pennello del pittore, anche se "L'oeuvre" - quando si sappia leggerlo - ci offre una testimonianza importante su questa rivoluzione, di cui Zola ha ben definito i principi. Essa vi cerca anche una confessione indiretta di Zola sulle motivazioni ed i fini profondi del proprio lavoro, l'immaginazione condensata della propria carriera - nel grande passaggio alla maturità - e le rivelazioni sui propri miti interiori rilasciate più o meno volontariamente". (Dal profilo storico-critico dell'autore e dell'opera)
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