La Lega nel corso della sua storia ha vissuto molte vite. Forza di lotta e di governo, ha occupato politicamente i territori del Nord, raggiungendo picchi di consenso stabilmente maggioritari in Lombardia, Veneto e Piemonte. Ha conosciuto fasi di espansione e momenti di crisi profonda, capovolgendo posizioni e prospettive politiche. Nel corso della prima stagione bossiana ha acceso le tensioni territoriali e alimentato i sentimenti antimeridionali, ha invocato il federalismo e minacciato la secessione. Con l'ascesa di Salvini ha riarticolato le sue istanze in chiave nazionalista e ha superato l'antifascismo dichiarato di Bossi, collocandosi nel campo delle forze dell'estrema destra europea. Ha conquistato l'egemonia culturale a destra, alzando il vessillo della xenofobia, dell'antieuropeismo e del populismo devoto, contribuendo a forgiare il senso comune di quella parte di elettorato. A partire dal 2020, le difficoltà legate alla crisi pandemica hanno rallentato la corsa del partito, costringendo la dirigenza a imboccare la strada di un rinnovamento d'assetto, nel segno della "responsabilità " e della maturità politica.
Anonimo -