Un saggio sulla genesi del romanzo Frankenstein e sul film La Moglie di Frankenstein. Frankenstein di Mary Shelley è un capolavoro della letteratura gotica e della fantascienza che ha catturato l'immaginazione di lettori e studiosi sin dalla sua pubblicazione nel 1818. Questo romanzo racconta la storia di Victor Frankenstein, uno scienziato ossessionato dall'idea di creare vita dalla morte, che alla fine costruisce una creatura vivente assemblando parti di cadaveri. Tuttavia, il suo trionfo si trasforma rapidamente in orrore quando si rende conto delle conseguenze del suo atto. La narrazione esplora temi profondi come l'ambizione smisurata, la responsabilità morale, la solitudine, e la ricerca dell'umanità.
La genesi del romanzo è avvolta in un'atmosfera quasi altrettanto intrigante quanto la storia stessa. Mary Shelley concepì l'idea di Frankenstein durante l'estate del 1816, nota come "l'anno senza estate", a causa delle condizioni meteorologiche estremamente fredde causate dall'eruzione del Monte Tambora in Indonesia. Shelley si trovava in Svizzera con il marito Percy Bysshe Shelley, Lord Byron, e altri amici. Durante una serie di serate tempestose, il gruppo decise di cimentarsi in un concorso di scrittura di storie di fantasmi. Fu in questo contesto che Mary Shelley ebbe la visione che avrebbe dato vita a Frankenstein.
Il film La moglie di Frankenstein (1935), diretto da James Whale, è considerato uno dei capolavori del cinema horror classico. Questo film è il seguito del primo film Frankenstein (1931) e si ispira liberamente alla trama del romanzo originale di Shelley, introducendo personaggi e elementi nuovi. La storia si concentra su Henry Frankenstein, che, dopo aver creato il suo primo mostro, viene persuaso a crearne un altro, una femmina, per fare compagnia alla sua prima creazione. Il film è celebre per le sue atmosfere gotiche, la profondità dei temi trattati, e l'interpretazione iconica di Boris Karloff come il mostro. La moglie di Frankenstein esplora ulteriormente i temi dell'isolamento, dell'umanità, e del desiderio di compagnia, aggiungendo strati di complessità alla narrazione e alla mitologia di Frankenstein.
Queste due opere, sebbene diverse nei media e nell'esecuzione, condividono una riflessione centrale sull'innovazione sfrenata e sulle responsabilità etiche che accompagnano la creazione di vita, ponendo domande che rimangono pertinenti ancora oggi.
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