Pubblicato nel 1885, sotto l'influsso di Émile Zola, "La canaglia felice" rappresenta l'approdo di Carlo Righetti al romanzo sociale. In una Milano sordida, abitata da popolani miserabili e piccoli criminali di ogni sorta, la prostituta Bigietta, di stanza nel quartiere di Porta Ticinese, si ritrova contesa fra lo scaltro Tito Marogna e il conte Massimiano Sparvieri. La sua vita, però, verrà sconvolta dal subentrare di un altro personaggio, molto diverso dagli individui con cui solitamente Bigietta si trova ad avere a che fare. Carlo Rey, infatti, è un ricco ereditiere torinese, calatosi nei panni di operaio squattrinato e in cerca dell'amore. Che cosa accadrà, lo si scoprirà soltanto leggendo... -
Anonimo -