Nel IX secolo il califfo abbaside di Baghdad, Ab Ja'far Abdullah al-Ma'mn, creò uno dei centri di studio più imponenti che la storia umana abbia mai conosciuto, noto col nome di Bayt al-Hikma, La casa della saggezza. Jim Al-Khalili, con la sua usuale prosa avvincente, ci svela i nomi dei protagonisti di questa avventura meravigliosa: Ab Rayhn al-Brni, Ibn al-Shtir, al-Khwrizmi, Ibn al-Haytham, al-Rzi ed altri ancora. Dietro a questi nomi, per noi quasi sconosciuti, si nascondono le vite e le opere di scienziati che hanno di fatto posto le basi del mondo moderno. L'autore ricostruisce con straordinaria perizia la storia di un'epoca nella quale menti geniali spinsero le frontiere della conoscenza così in là da plasmare le civiltà che seguirono, fino ai giorni nostri. Il suo libro è anche un tentativo di reintrodurre in Occidente un pezzo fondamentale di una cultura a lungo ignorata e in buona parte ancora da esplorare. Il pensiero scientifico e culturale occidentale è in debito, ben più di quanto comunemente si pensi, con ciò che realizzarono mille anni fa gli scienziati e i pensatori del mondo islamico, in un periodo che fu elusivamente descritto come una lunga Età Oscura, una penosa parentesi posta tra la grande civiltà classica greco-latina e il Rinascimento europeo. Si omette così, troppo spesso, di dire che per 700 anni la lingua internazionale della scienza fu l'arabo.
La nostra recensione
“Non c’è dubbio che oggi il termine Islam evochi fin troppo facilmente uno stereotipo negativo che fa a pugni con il carattere secolare, razionale, tollerante e illuminato della nostra società occidentale (…) e può risultare difficile rendersi conto che mille anni fa i ruoli erano invertiti”. Nasce da qui il racconto con cui l’autore, fisico anglo-iracheno, ci trasporta in una cavalcata dalla fondazione di Baghdad nel 726 fino all’Europa del XVI secolo, presentando una cultura che nella sua prima fase considerava il sapere un elemento essenziale per onorare Allah. A quest’ansia di sapere che portò alla compulsiva traduzione in arabo di testi greci, indiani, persiani e poi alla loro elaborazione autonoma in poli scientifici straordinari come Baghdad, Isfahan, Samarcanda, Il Cairo, Cordoba, l’occidente deve non solo la salvezza della cultura greca che ritornò in latino attraverso l’arabo, ma nuclei di conoscenza essenziale in filosofia, medicina, astronomia, geografia, matematica, sui quali certamente si innestò il rinascimento europeo. Un viaggio affascinante, a volte stupefacente spesso intricato ma illuminante. “Non dobbiamo vergognarci di far nostra la verità (..) anche se viene da razze lontane e da popoli diversi (..) la verità non è diminuita né abbassata da chi la dice o da chi la comunica” (Al Kindi, Bassora IX secolo). Daniela Pizzagalli
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