Con lo pseudonimo di Maffeo Robo, Roberto Maffioletti, allora senatore della Repubblica, ha pubblicato nella rivista "Roma sorante", cinque "Noterelle romane", come ha poi amato definire questi racconti. Lo sguardo è nello stesso tempo irriverente, ironico e "politico". Il fine è il sorriso, ma è presente la consapevolezza di un tessuto sociale e urbano in rapida trasformazione in cui Roma, magnifica e colorata scenografia per turisti frettolosi, diventa sempre meno una comunità autentica, viva e pulsante. Le Noterelle sono dunque un quadro espressionista della parte ancora viva della città di allora, nella sua povertà commovente e amara e talvolta nel suo "trucidume". Oggi quel mondo è in larga parte scomparso, dopo secoli di immutabilità: larga parte delle "botteghe" e dei suoi abitanti sono scomparsi, sopraffatti da una trasformazione non sempre governata, che determina, per Roma, come già per le altre città d'arte d'Italia, il destino di città-cartolina, pur se una bellissima cartolina. Il testo è arricchito da alcuni acquerelli dell'autore dedicati alle "Città invisibili" di Calvino.
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