Santa Angela da Foligno (1248-1309), mistica francescana, offre ai cercatori di Dio del nostro tempo un'esperienza di profondissima umanità, radicata nella continua ricerca e percezione della presenza del Signore. Così questo volume, attraverso un'accurata scelta di testi tratti dal Memoriale della santa, tratteggia il suo affascinante itinerario mistico, dal quale emerge, sorprendente e concreta al tempo stesso, la santità come cammino di progressiva unificazione della persona. La comprensione della croce come luogo dell'amore di Dio svela poi una bellezza che sfugge alla fretta e agli interessi del mondo; la gratuità di una via che a ciascuno è donata, per scoprirsi amato e accompagnato. INTRODUZIONE I santi, come tutti i testimoni della fede che emergono dalla storia simili a stelle luminose in grado di orientare il cammino di tanti cercatori di Dio, hanno, quale caratteristica comune, una perenne giovinezza, ossia un'attualità che li rende in qualche modo «adatti» a ogni epoca, a ogni contesto culturale, poiché essi rispondono - con la loro stessa vita - a domande perenni dell'uomo, alla sete di un incontro assoluto che dia significato a ciò che l'esistenza dispone e propone per ognuno di noi. Ecco perché avvicinarsi a una personalità così lontana nel tempo come quella di Angela da Foligno, mistica francescana vissuta in Umbria nel XIV secolo, può rivelarsi un'avventura affascinante e tale da svelare linguaggi alternativi alla scienza teologica eppure non meno capaci di compenetrare e assumere il mistero del farsi carne di Dio, del suo farsi uomo entrando nelle nostre vicende come compagno di pellegrinaggio. Attestatane l'antichità e la continuità del culto, recentemente, il 9 ottobre 2013, papa Francesco procedendo alla canonizzazione equipollente, ha iscritto Angela da Foligno - già definita da Pio XII «la più grande mistica francescana» e riconosciuta come figura di prim'ordine nella storia della spiritualità anche da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI - nel catalogo dei santi, contribuendo a un rinnovato interesse nei confronti di questa donna eccezionale, sposa e madre: né monaca né suora, dunque, e tuttavia autorevole per la sua stessa esperienza di fede tanto da essere indicata dai contemporanei come magistra theologorum, maestra dei teologi, nonostante fosse una persona illetterata. PROLOGO Frate A., nell'accingersi a trascrivere l'itinerario di Angela, evidenzia alcuni termini fondamentali nel percorso della mistica: egli fa riferimento a un'«esperienza», al vissuto dunque, provato anche dalle facoltà sensibili della donna che «vede» e «tocca» il Verbo incarnato, mistero centrale della contemplazione angelana. Dall'esperienza, infine, promana un «insegnamento» superiore, tanto che da subito il frate scrittore manifesta la sua inadeguatezza. Inizio del prologo circa l'esperienza dei veri fedeli, nella quale si trova il tesoro nascosto nella tenuta del Vangelo. L'esperienza di chi è veramente fedele mostra, vede e tocca il Verbo della vita incarnato, come egli stesso dice nel Vangelo: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» e: «Chi mi ama, mi manifesterò a lui». E Dio concede ai suoi fedeli di mostrare in pieno tale esperienza e insegnamento, come ha voluto qui da noi anche recentemente che tale esperienza e insegnamento si manifestassero per la devozione dei suoi attraverso una dei suoi fedeli. Questi fatti sono di seguito descritti, in modo imperfetto, molto limitato e abbreviato, ma con parole vere. Come e perché io indegno scriba sia stato, come credo, forzato da Dio a scrivere e la stessa fedele di Cristo totalmente costretta a parlare si trova scritto qui, nelle parti proprie, dove ho incominciato a conoscere e a scrivere.(Mem. 1.1-6)
Anonimo -