"Brillat-Savarin è stato per noi una scoperta recente. Avevamo già deciso di scrivere un libro di cucina per esprimere la profonda gioia che ci dà il cucinare e il grande conforto che ne abbiamo tratto vivendo all'estero. Volevamo celebrare la gastronomia e i piaceri dei sensi che si incontrano nel preparare il cibo, nel servirlo e nel mangiarlo. Cucinato, condiviso, consumato da soli, regalato; occasione d'incontro, simbolo di appartenenza a gruppi e a religioni, nutrimento del corpo e della psiche, il cibo è potentissimo antidoto contro l'isolamento e la tristezza. Ce ne siamo rese conto quasi per caso. Rosario, da bambina, nella cucina di casa si incantava a osservare la trasformazione degli ingredienti in pietanza; da adulta, all'estero, cucinava per mantenere la propria identità e ha cominciato ad apprezzare dettagli che danno piacere, come organizzare e riordinare la dispensa, fare la spesa nei mercati del quartiere e cucinare con i fiori del terrazzo. Molte alunne della sua scuola di cucina londinese frequentano i corsi da anni, perché hanno imparato che cucinare aiuta a stare meglio. Simonetta, cuoca per tradizione familiare e per necessità, ha sperimentato attraverso le vicissitudini della vita il valore catartico della cucina. Per lei, la cucina e la tavola, oltre a essere elementi fondamentali dell'esistenza, costituiscono un trionfo dei sensi, della bellezza e dell'ospitalità."
La nostra recensione
Due italiane trapiantate a Londra, la scrittrice siciliana e l'insegnante di cucina milanese, s'incontrano a un ricevimento dell'ambasciata italiana e scoprono il comune amore per il mangiar bene: ne è nato un libro di ricordi familiari e di menù del cuore, in una sorta di aggiornamento della Fisiologia del gusto del celebre Brillat- Savarin, il cui aforisma "Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei" ha dato il via a un percorso ricco di sfaccettature psicologiche, sociali, culturali.
Il racconto di Agnello Hornby si snoda come un'autobiografia in cucina, dall'amarcord siciliano in cui domina la golosità del padre, al rito del "Sunday lunch" londinese, alla tavola imbandita di chi, vivendo ormai sola, sente l'importanza di coccolarsi un po'.
I grandi pranzi familiari dominano nei ricordi di Lazzati, che ama condividere con gli ospiti il piacere di mangiare seguendo l'osservazione di Brillat - Savarin: "Il gusto ci procura il maggior numero di godimenti."
Daniela Pizzagalli
Anonimo -