Scrittura, rivalità e ambizioni letterarie, affetti e scontri familiari, demenza senile e ribellione giovanile, segreti e tradimenti. Protagonista di "La figlia del dottore" è Alice Brill, editor freelance e scrittrice mancata. Alice è figlia, moglie e madre. E amante. La vicenda inizia una mattina, alle soglie della primavera, a New York. Al risveglio, turbata da una strana sensazione e da un dolore al petto, Alice comincia ad analizzare e a mettere in discussione tutta la sua vita, e in particolare il rapporto con il marito, sempre più burrascoso e competitivo. Con uno stile limpido e chirurgico Hilma Woolitzer fa muovere la protagonista e il lettore tra presente e passato, tra memoria e incapacità di ricordare. Un libro densissimo, dalla scrittura levigata, che si legge tutto d'un fiato. Con La figlia del dottore la Wolitzer torna a pubblicare dopo un'assenza di più di dieci anni: "un ritorno trionfale", come ha scritto il New York Times. Michael Cunningham, che è stato suo allievo alla University of Iowa, l'ha paragonata a Virginia Woolf e Gracey Paley perché tutte e tre "scrivono di donne con profondità e rispetto", e ha esaltato la "sua capacità di rendere speciale ciò che è ordinario".
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