Quando, nel gennaio 2023, è stata pubblicata in Russia la prima edizione di La fine del regime, il libro è andato esaurito in pochi giorni e il suo autore è stato presto definito un «agente straniero» dalle autorità governative. I lettori non hanno avuto problemi a cogliere tra le righe che cosa l'autore, narrando la fine degli ultimi regimi dittatoriali nell'Europa occidentale, intendesse raccontare riguardo alla Russia di Putin, già in preda a un'involuzione che sembrava indirizzarla verso un destino simile. In questa nuova edizione, aggiornata per il pubblico internazionale, Baunov abbandona il linguaggio metaforico, usato per aggirare censure e divieti, e rende espliciti «quei parallelismi, quelle analogie e quelle differenze» che il lettore russo è in grado di comprendere immediatamente. Le risonanze con l'attualità sono molteplici: nel racconto del crollo della dittatura greca dopo il tentativo di annettere Cipro, che considerava una parte integrante del paese; nel collasso del regime portoghese, segnato da una guerra coloniale e imperialista protrattasi per anni; e infine nella prospettiva di speranza data dalla transizione democratica in Spagna, dove il cambiamento prese lentamente piede ed ebbe come protagonisti gli stessi membri dell'élite al potere. Con passo narrativo e la visione dello storico, Baunov offre preziosi strumenti per leggere il presente e per immaginare la fine della dittatura russa. L'auspicio, per la Russia e il mondo, è che la presa di coscienza di un passato governato da tragiche e fallimentari illusioni eviti all'umanità repliche future ancora peggiori.
Anonimo -