"Questa cantata è nata quasi per scommessa, considerando che musicare un testo del "sommo poeta" Dante Alighieri può incutere timore e riverenza, poiché i suoi versi sono già musica. Nel concepire la composizione ho cercato di fissare delle linee guida, cercando ispirazione nella tradizione musicale, partendo dal periodo barocco. Se devo infatti definire lo stile della cantata, direi che "neo-barocco" si avvicina molto. Cosa si può trovare di barocco in questa cantata? Nel tentativo di approfondire la musica di Claudio Monteverdi sin dai miei esordi come tenore professionista, e di impadronirmi del suo stile, ho cercato di lavorare il testo con figure retoriche musicali e madrigalismi. Ciò mi è stato possibile grazie anche a tre maestri che ho avuto il piacere di lavorare: Filippo Maria Bressan, Ottavio Dantone e Fabio Biondi [...] Il lavoro è stato pensato anche a livello didattico, poiché può essere preso in considerazione come studio nei conservatori e nelle scuole di musica per le classi di canto lirico e canto rinascimentale e barocco."
Anonimo -