La raccolta qui proposta si presenta come un itinerario poetico dal respiro intimo, eppure universale, in cui ogni verso diventa testimonianza di un cammino accidentato, un percorso che svela, passo dopo passo, la volontà di resistere e ricomporsi. L'autrice, con voce nuda e appassionata, esplora il cuore dei propri turbamenti e intreccia il filo sottile che lega la nostra fragilità alla conquista di un senso più ampio: la scrittura si fa allora strumento di guarigione, argine contro lo sconforto, ma anche finestra spalancata sugli orizzonti della speranza. Non c'è enfasi eccessiva, non c'è retorica: c'è piuttosto un susseguirsi di immagini limpide, dove la concretezza del vissuto incontra l'evocazione del desiderio. Si alternano toni di sofferenza e piccole epifanie, bagliori di pace che emergono nelle situazioni più difficili, come se l'oscurità fosse il grembo in cui nasce, a poco a poco, la consapevolezza luminosa di esistere. Si avverte l'urgenza di un confronto diretto con la vita, con la memoria, con la perdita: nel farlo, Fiorella Parolini non cede mai a facili scorciatoie, ma affronta il dolore con coraggio e umiltà. Il lettore, varcando la soglia di queste pagine, incontra frammenti di un pellegrinaggio interiore che diventa sorprendentemente condiviso. I versi, pur germogliando da un vissuto profondamente personale, riescono a parlare il linguaggio comune della sensibilità e del desiderio di riscatto. Così, si percepisce forte l'invito a guardare oltre le proprie ferite, a riconoscere negli ostacoli la molla per ripartire. In fondo quest'opera ci ricorda che dall'ombra può germogliare una nuova, più tenace fioritura.
Anonimo -