La storia è sempre una brutta faccenda. Ce la trasciniamo dietro pensando di essere nati il giorno in cui nostra madre ci ha messo al mondo. Sinceramente non penso che sia così. Il luogo e la data di nascita, contrariamente a come appare sui passaporti, è retroattiva, anzi è resiliente al presente fino al punto di assorbirlo e condizionarlo, facendo leva sulle nostre emozioni più profonde e ancestrali. E poiché la nostra storia è così aspra e dura e violenta non credo che noi potremo mai raggiungere i livelli di meditazione dei grandi santoni d'oriente. La storia al massimo ci consente di elevarci attraverso la filosofia, la scienza e la poesia, che è come un'astronauta che galleggia nello spazio, accanto alla sua navicella spaziale, ammirando il mondo e intuendo il suo dolore e la sua bellezza nella sua intensa intimità. Questa storia non è una storia è il tentativo goffo di un uomo comune che ha bisogno di pienezza e la ricerca nel modo più improbabile e creativo possibile: inventa una radio per cercare di comunicare col mondo. Questo per me è l'uomo. Non posso far altro che dedicare questo lavoro a tutti gli uomini che assomigliano a Carlo Jovine e per il quale provo un naturale amore.
Anonimo -