Nello scialbo panorama del teatro italiano di fine Ottocento, Pirandello e D'Annunzio propongono la «parola alta» quale modello di un lessico inventato e ne ipotizzano la validità, condizionando sempre più la messainscena delle loro opere. Il saggio esamina il teatro dei due grandi autori privilegiando la dialettica tra pagina scritta e scena e individuando il bisogno di palcoscenico implicito nelle battute dei loro copioni. Paolo Puppa è stato direttore di dipartimento e dal 2001 è ordinario di Storia del Teatro e dello Spettacolo all'Università di Venezia. Ha insegnato in università straniere, come a Londra, Los Angeles, Toronto, Middlebury, Budapest, Parigi, Lilles. È stato redattore della rivista «Biblioteca teatrale». Ha collaborato in qualità di critico a «Hystrio», a «Sipario», a «Ariel». È autore di numerosi saggi e testi teatrali (alcuni tradotti e rappresentati anche all'estero) e di libri di narrativa ed è curatore di scritti teatrali. Nel 2013 è stato co-editor di "Differences on stage", per la Cambridge Scholars, di recente premiato col George Freedley Memorial Award, part of the Theatre Library Association Book Awards 2014.
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