La poesia di Dante, scritto da Benedetto Croce agli albori degli anni Venti del Novecento, fu determinante per riorientare la percezione di Dante Alighieri nel XX secolo, ma fece scandalo e venne contestato dai contemporanei. Croce, infatti, rivendicava la Commedia per il lettore comune, quello che definiva "il poetico lettore", e che sentiva di rappresentare, rispetto ai "dantisti" - i filologi ed eruditi - che avevano a suo dire sequestrato in un culto celebrativo, ma in fondo vacuo, la Divina Commedia. Un saggio appassionato e schierato, che scende sì nel campo letterario, ma sembra al contempo allargare lo sguardo a una dimensione più globale e affascinante.
Anonimo -