"La rabbia del vento" apparve nel 1949, subito dopo la proclamazione di Israele: il breve racconto narra di un drappello dell'esercito israeliano che ha l'ordine di sgomberare un villaggio palestinese. Armati di tutto punto, i soldati pensano di incontrare resistenza, ma si imbattono quasi esclusivamente in donne, anziani, bambini che vengono caricati su camion e portati in un campo profughi. Solo uno dei militari, il narratore, prova disagio per quell'operazione che considera ingiusta: esprime il suo punto di vista, ma è isolato e viene messo a tacere. Sconvolgente resoconto sull'espulsione della popolazione palestinese dalle sue terre ma al contempo riflessione sul tema dell'identità e del rapporto con l''altro', l'opera di Yizhar suscitò immediatamente un ampio e duraturo dibattito nella società israeliana a proposito delle basi etiche del nuovo stato, della responsabilità del singolo, del rapporto col nemico, della necessità di ubbidire agli ordini anche quando contrastano con la propria coscienza. All'epoca della pubblicazione, oltre cinquant'anni fa, "La rabbia del vento" in Israele fu al centro di un acceso dibattito e di infinite polemiche: nonostante il tempo trascorso, le questioni sollevate conservano tutta la loro attualità.
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