L'Orestea di Eschilo si apre con il monologo di un personaggio destinato a scomparire per sempre dalla trilogia. È la guardia, chiamata "scolta" in alcune traduzioni dal greco. Nei testi di Gian Maria Annovi, questa figura liminare diviene un'anonima badante dell'Est, chiamata a vegliare su un'anziana incapace di muoversi e parlare. Così come la scolta eschilea anche il personaggio di questo poemetto attende un segnale - la morte di chi accudisce - che la eliminerà per sempre dalla scena. Disarticolando e reinventando l'italiano della badante, Gian Maria Annovi presenta un duello impossibile, tutto mentale, tra due esseri umani distanti, sebbene irrimediabilmente uniti in un destino di cancellazione
Anonimo -