Saggio-pamphlet, in senso lato sociologico, dedicato all'analisi dei motivi reconditi in base ai quali è forse possibile comprendere con più equilibrio l'apatia con la quale oggi molti cittadini si rapportano alla politica, al di là delle solite declinazioni offerte, riferite normalmente alla mala politica. Partendo dal presupposto che le attuali democrazie liberali sono ridotte ad un mercato di beni politici governato dalla legge della domanda e dell'offerta e hanno perduto ogni contenuto ideale, vengono affrontati temi apparentemente non assimilabili - le questioni eticamente sensibili, gli OGM, l'avvicendamento repentino delle élites, le persecuzioni personali, per citarne alcuni - e alla fine ne emerge quella che l'autore definisce la società verosimile. Un mondo nel quale, cioè, tutti rischiano l'eterodirezione e la stessa politica, in realtà un potere di secondo livello, appare sfigurata e non degna di fiducia, pur mantenendo le sue responsabilità. Con un pubblico spesso male informato e sempre più consapevole, di contro, che ciascuno è normalmente costretto ad umiliare sé stesso anche solo per poter sopravvivere.
Anonimo -