Come "Il giunco mormorante", ma scritto ancor prima, nel 1932, "La sovrana" è una storia fatta di piccoli tocchi crudeli, che lasciano il segno. Sullo sfondo, l'inconfondibile Parigi slavizzata, molle e malinconica, di cui la Berberova aveva il segreto. C'è un giovane russo emigrato, Sasa, pieno di sentimenti e slanci confusi e informi, da una parte; e dall'altra Lena, 'la sovrana', che ha pochi anni in più di lui, 'indipendente, distaccata, affascinante e lontana'. La disanza fra i due è quella, enorme, che creano la ricchezza e la spregiudicatezza. L'incontro amoroso è breve, ma basta a sconvolgere il precario equilibrio del ragazzo. La felicità sfiorata aiuta a percepire la desolazione. Sono i timbri che nessuno sa far risuonare come la Berberova nelle sue miniature narrative.
Anonimo -