"Ogni mattina la mia ombra si srotola innanzi a me. Sospinta da un caldo sole estivo e fedele ad ogni asperità si sporge annunciando il mio incedere lento e distratto. Raggiungo questo masso, compagno nella solitudine e, volgendo lo sguardo all'oceano, lascio che una folla di eventi e persone sfili sulla passerella della memoria; con calma ne scelgo uno, lo avvicino emergendolo dal torrente dei ricordi e mi chiudo nella più assoluta intimità. Pavento l'istante in cui mi fosse negata la possibilità di cogliere da quest'albero ed aborrisco la noia in cui intingevo i miei giorni. È tutto così diverso da quando ho dato forma all'uomo ed alla donna. Un capolavoro! Succube e padrone l'uno dell'altra. Che meraviglia! Li ho aspersi di libero arbitrio, giusto un'illusione, per insaporire, e li ho osservati lievitare, ansioso di saggiarne il risultato. Troppo ansioso! Da questa spiaggia ho ascoltato le loro preghiere ed ho accettato le loro maledizioni. Ho compreso la menzogna e la brutalità perché mi illuminassero la via per la passione. Ho condiviso tutto questo e me ne sono beato. Solo ora comprendo ed è troppo tardi. Li ho invidiati per ciò che a me era negato e loro non desiderano altro che rinunciarvi. Scrutando questo mare sogno di inseguirne le creature agili e lucenti o di accarezzare le soffici piume di un'aquila in volo, bramo la compagnia del leone e della gazzella, razionali e comprensibili. Io ho creato tutto questo, un universo di meraviglie: cielo, terra, fuoco ed acqua in perfetta sinergia. Una macchina elegante e delicata in grado di evolvere e mutare pur mantenendo inalterati i suoi equilibri. L'uomo era l'ingranaggio di punta, la marcia in più ma quel soffio di libertà l'ha fatto impazzire. Si ribella! Vuole impossessarsi della mia opera. Ostenta afflizione ed orrore di fronte alla violenza della natura fedele solo al suo dovere. Quali giustificazioni possono addurre per le stragi di cui sono artefici? Guerre e massacri ne hanno costellato l'evoluzione e mi limito a chiamarla storia. Si uccidono per spartirsi la carcassa di un universo che non gli appartiene. Io l'ho creato perfetto ma cosa ne resterà? La natura stessa è aggredita e violentata in mille modi e senza alcuna logica, sospinta verso una fine sempre più prossima. Perirà per ciò che distrugge e morirei se dovessi distruggerlo. Non posso cancellare la mia opera senza annullare quel che io stesso sono diventato, e non voglio trasformarmi in ciò che ero ma soprattutto in quel che non ero. Mi sono calato troppe e troppe volte nel suo mondo! Ne sono contaminato. Tutti i miei ricordi sono ostaggi di questa creatura. Non mi resta che una strada da percorrere: un'ultima volta mi immergerò nel suo furore, brandirò le sue armi. Un'ultima volta amerò questo essere assurdo".
Anonimo -