Le biblioteche contengono storie. Le storie contengono universi. E certi universi possono essere molto pericolosi. Una fiaba misteriosa sul potere della lettura: liberarci dalla prigione dell'infelicità.
Tornando a casa dopo la scuola, uno studente si ferma in una strana biblioteca. Certo, anche la sua richiesta è un po' strana. Chiede alla bibliotecaria qualche libro che possa soddisfare la sua ultima curiosità (è un bambino curioso, il nostro protagonista): la riscossione delle tasse nell'Impero ottomano. La bibliotecaria lo manda alla stanza 107. Qui l'aspetta un altro bibliotecario, ancora piú bizzarro della prima: «Aveva la faccia coperta di piccole macchie nere, come tanti moscerini. Era calvo e portava occhiali dalle lenti spesse. La sua calvizie non era uniforme. Tutt'intorno al cranio gli restavano ciuffi di capelli bianchi ritorti, come in un bosco dopo un incendio». È davvero una ben strana biblioteca, questa! Il bibliotecario accompagna il bambino attraverso un labirinto di corridoi e stanze, finché non arrivano in una stanza dove riposa un piccolo uomo vestito con una pelle di pecora. E qui le cose si fanno brutte: il bibliotecario e l'uomo-pecora spingono il piccolo in una cella. Il bambino rischia di fare una fine terribile se non arrivasse in suo soccorso una ragazza sconosciuta... Una fiaba fantastica e immaginifica sul potere della lettura nel darci le chiavi per fuggire dalla prigione dell'infelicità.
La nostra recensione
Haruki è il nome, Murakami il cognome. Ma in giapponese il cognome precede il nome, e quindi l'ordine dei due elementi viene invertito. Comunque si pronunci, resta uno dei pochi scrittori viventi in grado di vendere milioni di copie in un mese e di comparire tutti gli anni tra i candidati al Premio Nobel. Senza che della sua vita privata si conosca nulla o quasi. Sappiamo che è nato a Kyoto nel 1949, che ha girato il mondo, che adora la musica (classica, jazz e rock) e che ha una collezione di dischi pazzesca (più di diecimila album). Negli anni '70 ha gestito un bar a Tokyo, il Peter Cat, in cui tutto parlava il linguaggio dei gatti, tanto cari all'autore: dal nome del locale all'insegna, dalle tazze ai tavoli. Per il resto, il suo mondo è quello dei libri: da quello d'esordio, scritto nel 1973 e pubblicato nel 1979, a La strana biblioteca. Leggi il nostro approfondimento
Anonimo -