Che differenza c'è tra danzare per far piovere, e schiacciare un tasto per illuminare uno schermo o per chiacchierare con qualcuno distante chilometri? Nessuna. In entrambi i casi, un movimento del nostro corpo fa accadere qualcosa. La danza della pioggia si rivolge a una divinità e il dispositivo che ne attiva l'intervento è il nostro corpo. Nel secondo caso il dispositivo è un prolungamento del corpo - telecomando, smartphone, ecc.- e l'invisibile che agisce non è la divinità ma i segnali elettromagnetici nei quali siamo immersi. Se Norbert Wiener osservava, già negli anni Cinquanta del Novecento, quanto fosse pericolosa e facile l'identità tra Dio e Golem, dunque tra religione e tecnologia, è possibile domandarsi oggi quanto la nostra necessità di presente e di immediatezza abbia allontanato la tecnologia dalla scienza trasformandola in una fede che ha i propri sacerdoti, i suoi black fridays di festa e i suoi giovani martiri da social network.
Anonimo -