L'arte della tessitura può configurarsi come metafora esistenziale, un tessere come prassi quotidiana che permette di intrecciare i molteplici fili di cui l'individuo è formato, di unirli in una trama che sia in grado di integrare, di comporre dinamicamente quanto rimarrebbe altrimenti scisso e lacerato. La tessitura può inoltre richiamare l'opus psicoanalitico, in cui il processo di integrazione tende a riunire in uno il molteplice, a raggiungere tramite una composizione degli opposti una diversa unità, come la tessitura riunisce in unico tessuto una pluralità di fili, facendo sorgere qualcosa di nuovo. Nell'arte contemporanea il filo diviene strumento che incarna le metafore sopra citate. Ciò si manifesta in particolare nelle vite e nelle opere di due artiste: Maria Lai e Louise Bourgeois. Per la prima "l'essere è tessere", unire fili e creare relazioni. Per la seconda il tessere è possibilità di risanare le ferite, di cucire insieme creatività e distruttività, di portare "l'inconscio alla coscienza attraverso l'arte".
Anonimo -