Lato Bianco Lato nero narra una serie di vicende, in cui i protagonisti vivono i sentimenti attraverso le reazioni o i comportamenti degli altri, spesso in modo errato a causa delle loro debolezze, o delle cicatrici lasciate dalle relazioni precedenti. Riccardo è l'incarnazione dei due lati, dei due comportamenti. A ogni lato corrisponde un atteggiamento che si mette in evidenza durante la narrazione del racconto. Sa essere dolce, amorevole, passionale, "Lato Bianco" o possessivo fino ad arrivare ad atteggiamenti al limite del patologico, "Lato nero". Riccardo ha lasciato Maya ai tempi dell'università perché incinta e nella sua gestione possessiva della relazione, questo non era contemplato. Inoltre è il figlio di un noto imprenditore e non ha mai voluto condividere con la propria famiglia l'esistenza di questa relazione. Riccardo è un uomo che con il suo atteggiamento ha cambiato il percorso di una storia, il dipanarsi degli eventi, il futuro dei suoi famigliari. Ma ora ha un unico obiettivo. Riprendere le redini dei sentimenti di Maya, e non solo i suoi. Torna dopo ventiquattro anni per ristabilire un rapporto con Maya, con i suoi figli che inevitabilmente provano durezza nei suoi confronti e che vivono le loro relazioni con insicurezza o distacco proprio a causa di quel rifiuto. Ma la storia di Riccardo lascia anche numerosi interrogativi. Con il trascorrere degli eventi, infatti, Riccardo sembra essere una presenza costante che durante tutti quegli anni è rimasto a guardarli, pur mantenendo le distanze. Maya, che ora vive una relazione consolidata con Michel Picard ha paura di rientrare in quel vortice o forse di risvegliare quei sentimenti e con essi i brutti ricordi legati all'atteggiamento possessivo di Riccardo. La storia nel suo dipanarsi lascia molti interrogativi, mentre, contemporaneamente, risponde ad altri. E' un chiedersi continuo mentre le storie s'intrecciano nella quotidianità della vita, nella gelosia, nel valore dei sentimenti autentici. Il finale lascia tutto in sospeso, com'è giusto che sia. Perché una storia così può lasciare solo due opportunità: o lo spazio al lettore di immaginarsi il finale, o di avere una continuazione.
Anonimo -