"A quei tempi andavo al cinema tutti i giorni, e amavo molto i vecchi film comici. Volevo scrivere qualcosa ispirato a quei film, e allora ho cominciato col personaggio di Guizzardi, che per me somigliava all'attore comico Harry Langdon, ma parlava come un mio parente un po' matto. E ogni settimana recitavo a un gruppo di amici la continuazione delle avventure di Guizzardi, come un teatrino a puntate. Volevo scrivere una trilogia, con un Inferno, un Purgatorio e un Paradiso. Guizzardi era l'eroe di un inferno da ridere ma anche da piangere: l'inferno della meschinità, diffidenza e avarizia inculcate in noi dalla scuola e dalla famiglia. Nel mio assolutismo giovanile trovavo queste miserie così asfissianti che la solitudine e la mattolica di Guizzardi erano per me un sollievo. Una cosa che detestavo particolarmente erano le lamentele sulla vita dei padri di famiglia. Pensavo che in questa trilogia bisognava passare attraverso l'inferno e il purgatorio, per smetterla una buona volta con tutte le lamentele sulla vita. E poi che bisognava scrivere storie cadendo in uno stato di dormiveglia, per dimenticarsi tutto e trovare così la strada verso una 'vita nova'." Con queste parole Gianni Celati racconta la genesi di un personaggio indimenticabile e del romanzo che lo vede protagonista, Le avventure di Guizzardi, primo volume di quella che sarebbe poi diventata la trilogia dei Parlamenti buffi. È proprio il suo mettere l'accento su una scrittura che conserva un che di stralunato e autentico ad aver reso Celati un autore profondamente amato da molti lettori, fonte di ispirazione per altri scrittori come Paolo Nori, che firma la prefazione a questa nuova edizione.
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