In questo agile saggio del 1975, molto amato e ormai da tempo introvabile, Beniamino Placido, una delle menti più brillanti, curiose e versatili della seconda metà del Novecento italiano, prende in esame due testi importanti della letteratura americana: La capanna dello zio Tom di Harriet Beecher Stowe (1852) e Benito Cereno di Herman Melville (1855), romanzi a prima vista lontanissimi l'uno dall'altro per qualità, stile, riscontro di pubblico. Il primo ebbe un successo enorme, al punto di essere considerato da alcuni la causa scatenante della guerra civile; il secondo non incontrò affatto i favori dei lettori e rimase per lungo tempo un testo noto a pochissimi, poco compreso e non particolarmente amato. Il primo è un libro che indulge al patetismo; il secondo è misterioso, enigmatico. Due opere agli antipodi, legate però da un elemento comune: quell'"ombra che grava sulla società americana del tempo" e di cui (ci ricorda Placido) chiede ragione il capitano Amasa Delano alla fine del racconto di Melville. Benito Cereno risponderà con una sola parola. La ragione dell'ombra? "The Negro". È la popolazione nera, quei milioni di uomini, "schiavi per la maggior parte, che vivono negli Stati del Sud", il principale nodo, spesso rimosso, del paese. Beniamino Placido scava nei romanzi, li "smonta" per comprenderne il funzionamento, riporta alla luce le coordinate storiche ed economiche che risiedono al cuore del testo letterario. E lo fa con uno sguardo lucidissimo ed esatto, accompagnato da una leggerezza ammirabile, in cui la gioia della scoperta è sempre accompagnata da una salutare e sorridente ironia.
Anonimo -