Il protagonista, Arturo, narra un avvenimento della sua gioventù, quando, quindicenne, viveva un¿esistenza serena in un paese del Tirolo, con la famiglia e un anziano zio dal passato avventuroso e pieno di mistero. Ma una sera d¿inverno, mentre la famiglia di Arturo è riunita come al solito attorno al camino, nel cortile della casa giunge come dal nulla uno strano plico composto da due antichi volumi. Il destinatario è lo zio, che nel riceverli diventa pallido e tremante. Quella stessa notte Arturo, in preda alla sensazione che un oscuro legame lo unisca allo zio e a quel sinistro plico, sogna di ritrovarsi venticinquenne in un¿epoca lontana nel tempo e di percorrere una landa desolata, dominata da una rupe, sulla quale si staglia minaccioso il profilo di un castello nero. Al di sotto della rupe, un uomo sospeso tra la vita e la morte giace accanto a un monumento funebre. Arturo percepisce di essere legato a quell¿uomo da una vicenda delittuosa e da un misterioso rapporto con una dama imprigionata nel castello. I sogni si susseguono nelle notti successive e, con essi, una serie di inquietanti rivelazioni¿
¿Le leggende del castello nero¿ è il primo di una raccolta di racconti pubblicata nel 1869, comprendente cinque storie differenti per tono lunghezza e portata tematica, la cui composizione risente degli influssi di Poe, Hoffmann, Nerval e Gautier. ¿Le leggende del castello nero¿ è delle cinque forse quella più impegnata nel genere gotico, di cui possiede tutte le caratteristiche: un misterioso manoscritto, un narratore in prima persona condannato da un destino inesorabile, un lugubre castello, crimini terribili (incesto, omicidio), eventi soprannaturali e una donna affascinante ed enigmatica, nella cui figura si contrappongono bellezza e decomposizione, con un chiaro richiamo alle donne ¿maledette¿ dei racconti di Poe (Ligeia, Berenice, Morella e la protagonista de ¿Il ritratto ovale¿). A questi si aggiunge la tematica della metempsicosi e della reincarnazione, rivelata attraverso le visioni oniriche del protagonista.
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