"Il libro sarà un diario dell'ultimo, folle anno della mia e delle nostre vite: il tentativo d'illustrare un mondo in cui l'economia pare sfuggire alla logica, gli Stati Uniti d'America rischiano di fallire e l'euro di crollare mentre il nostro Presidente del Consiglio vive i suoi giorni nell'impotenza politica, accusato - con qualche ragione, parrebbe - di reati infamanti. Sarà anche un libro intimo, però, popolato d'un caravanserraglio di personaggi. Presenterò la pars construens di 'Storia della mia gente' - nelle mie speranze una sorta di manifesto per il lavoro e per un'economia nuova e forse anche per una nuova Italia di sviluppo e crescita guidati dalla cultura. Un'avventura che a me pare del tutto possibile e persino vicina, e che potrebbe ricordarci i giorni vicini in cui il futuro era per tutti - o quasi tutti - un gran regalo brillante". (Edoardo Nesi)
La nostra recensione
Non sono tempi spensierati i nostri. Leggiamo i giornali, guardiamo la TV, sbirciamo con amarezza il nostro conto in banca, compriamo solo in saldo, risparmiamo sulle cene fuori, anche se i ristoranti sono sempre pieni, cambiamo lavoro e poi ancora e poi ancora. Fino a quando non ci manca anche il lavoro precario che avevamo e iniziamo a cercare un altro lavoro. E così all'infinito. Poi ci sono i debiti contratti quando si stava meglio, perché c'è stato un periodo in cui si stava meglio, ma sembra così lontano e sbiadito che quasi lo ricordiamo appena. Sono tempi di austerity e impariamo a non crescere, a non progredire, a perdere quello che avevamo, a rinunciare, a sopravvivere. È un destino amaro, quello dei giovani italiani, ma non ineluttabile. "Le nostre vite senza ieri", il nuovo libro di Edoardo Nesi, Premio Strega 2011 con "Storia della mia gente", è rivolto proprio ai giovani che, loro malgrado, vivono questo lento declino italico. Nesi descrive un Paese che fino a pochi decenni fa fatturava bene, dava lavoro e benessere, cresceva e creava tanti piccoli imprenditori e tante aziende manifatturiere. Attraverso il ricordo di Ivo Barrocciai, già protagonista del romanzo "L'età dell'oro", racconta l'Italia delle piccole aziende in crescita, negli anni '90, quella della svalutazione della lira, della grandezza del Made in Italy. Torna, poi, ai giorni nostri, ai suoi figli, alla sua città senza più benessere, ai nuovi politici che sembrano proporre solo tagli e tasse anziché crescita e sviluppo. Nesi ha una speranza: che i giovani possano davvero cambiare le cose, che le giovani generazioni dimentichino il loro "ieri" per affrontare con tenacia e aggressività i loro "domani". Che abbiamo idee nuove che i loro genitori non possano capire (altrimenti non sarebbero davvero nuove), che usino la Rete per cambiare il loro mondo.Un saggio, un po' pamphlet e un po' autobiografia, che regala speranza a questi giorni di sfiducia. E che fa venire voglia di tornare ad avere vent'anni per continuare a pensare "andrà tutto benissimo". Dania
Anonimo -