In quali modi operarono, nella ricezione rinascimentale dell'arte antica, le forme del discorso con cui gli autori del mondo greco e romano avevano commentato la forza psicagogica di sculture e pitture? Il libro prova a rispondere a questo interrogativo guardando a indicativi meccanismi di funzionamento dell'intertestualità nell'elaborazione di testi ecfrastici. Nello specifico, l'indagine si focalizza su prose e poesie cinquecentesche dedicate al gruppo scultoreo del Laocoonte: studiando i legami intertestuali che questi scritti intrattengono soprattutto con luoghi comuni e moduli descrittivi dell'ecfrasi greco-romana, la monografia fa luce sulle forme di trasmissione verbale di una millenaria `cultura del vedere'.
Anonimo -