Agli occhi dei suoi benestanti genitori di Baltimora Barnaby Gaitlin a trent'anni è un fallito: un divorzio alle spalle, una figlia che ormai chiama "papà" qualcun altro e, come gli rimprovera la madre, "una stanza d'affitto, un lavoro non qualificato, amici inetti, nessun obbiettivo nè ambizione". A pesargli addosso è soprattutto l'adolescenza irrequieta, che gli è costata un lungo soggiorno in un collegio speciale e gli ha lasciato un debito di ottomilasettecento dollari con i genitori. Non che i suoi misfatti fossero dettati dal desiderio di un tornaconto economico: quando con gli amici si intrufolava nelle case altrui, ad attirarlo erano perlopiù oggetti personali di scarso valore, lettere private, album di fotografie...piccoli spiragli sui fatti degli altri, sulle "storie degli altri". Da quella sua curiosità quasi morbosa a trent'anni non è ancora guarito; ora però può soddisfarla impunemente grazie al suo lavoro, modesto ma preziosissimo per un "voyeur", alla "Due braccia per te" che gli consente di entrare nele case della gente (nonne preoccupate di far bella figura con gli acciacchi dell'età) e sbirciare, con discrezione e con partecipazione, nelle loro vicende private. Ma ora, Barnaby, pur senza rinunciare al suo lavoro e a una vita tanto diversa da quella sognata per lui dai genitori (la laurea, un matrimonio riuscito, un lavoro con "un futuro", magari alla Fondazione Gaitlin per indigenti) vuole mettere un pò d'ordine nella sua esistenza, da una parte cercando di saldare il debito con i genitori e dall'altra avvicinandosi, lentamente, cautamente, a Sophia, donna solida e concreta eppure capace di gentilezza e sensibilità. A lei, ma anche a se stesso e alla società degli adulti, Barnaby dovrà mostrare di essere parte di quella società, di essere "un uomo di cui ci si può fidare".
Anonimo -