Obbediente ai baraccati di Korogocho, che mi hanno inviato a convertire la mia tribù bianca, vorrei lanciare un messaggio al cuore di chi appartiene a questa tribù perché si converta. Alex Zanotelli è tornato nel nostro Paese con la missione di portare un messaggio imparato lontano, a contatto con laltro: siamo figli di una tradizione razzista e colonialista, che è alla radice della nostra civiltà violenta. E la nostra civiltà si chiama tribù bianca: così la chiamano gli abitanti di Korogocho, una delle tante baraccopoli di Nairobi, dove Zanotelli ha trascorso molti anni della sua vita. La violenza che abita la nostra società e le nostre radici culturali ha unespressione estrema, il suprematismo bianco. Eppure, molto spesso, noi ci voltiamo dallaltra parte. La nostra è una civiltà violenta che rifiuta di considerarsi tale. Nel darle un nome, Zanotelli ci invita a guardare dentro ciascuno di noi, perché questa violenza ha certamente rappresentanti sguaiati, ma spesso insidia anche i nostri comportamenti quotidiani. Oggi dobbiamo interrogarci sul mondo in cui viviamo, dove troppi diritti sono dati per acquisiti, mentre al contrario si sgretolano oppure vengono negati. Questo libro getta luce su un intero sistema fatto di disuguaglianze che si allargano, di disparità di genere e di disimpegno nei confronti di una crisi climatica che coincide sempre più con un atto di ingiustizia e di irresponsabilità globali. Ma indica anche una via di speranza: è possibile incamminarsi per la strada dellumanità plurale, che comincia con la coscienza di sé come cittadini del mondo e guarda alla civiltà della tenerezza.
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