A ispirare la raccolta è Georges Simenon e il suo piccolo capolavoro Lettera a mia madre.A cimentarsi con il soggetto, alcune tra le voci più interessanti del panorama editoriale italiano.Niente patetismi o sentimentalismi: bisogna scrivere tutto ciò che siamo, nel bene e nel male, guardarci dentro senza chiudere mai gli occhi e mettere insieme quello che col tempo abbiamo raccolto.Per parlare della madre che non c'è più ma c'è sempre stata, a quella che avremmo voluto ci fosse, a quella che non siamo stati per nessuno o che non siamo potuti essere. Dalla penna vengono fuori madri sfuggenti o addirittura imprendibili come Moby Dick, donne "intelevisionate", ingenue, consapevoli più di quanto appaia.Alcune non piangono mai, altre parlano solo in lingua madre. Ci sono quelle mancanti, le distanti, le mamme "se mi vuoi bene piangi", le amanti e le infinitamentecare.E dietro di loro, ci siamo noi.
Anonimo -