Le lettere di Swami Vivekananda, esposte in ordine cronologico dal 1889 al 1902, anno della sua morte, illustrano più che il pensiero religioso (più chiaro nelle Conferenze e nei suoi libri), l'evoluzione di questo stesso pensiero, e la storia delle sue relazioni, difficoltà, avventure, successi e fallimenti interiori ed esteriori; raccontano la storia del suo percorso dall'amore personale all'Amore universale, dall' attaccamento al distacco, come predicato dalla Gita: quel libro benedetto!... Ecco uno dei suoi ultimi pensieri: Dietro il mio lavoro c'era ambizione, dietro il mio amore c'era personalità, dietro la mia purezza c'era paura, dietro la mia guida c'era sete di potere! Ora stanno svanendo, e io vado alla deriva. Vengo! Madre, vengo! Nel tuo caldo grembo, galleggiando ovunque mi porti, nel paese delle meraviglie senza voce, strano, vengo spettatore, non più attore.
Anonimo -