Che resta della storia, se non viene tramandata? In cosa si trasforma? Quante vite vengono archiviate nell'oblio? Questo romanzo mette in scena un incontro tra Shushanik Kurghinian e Zabel Yesayan, due pioniere della letteratura del novecento, e due straordinarie femministe, la cui eredità è stata prima dissipata e poi dimenticata dalla storia armena. L'intelligenza, l'intuito e la capacità di anticipare gli eventi le resero del tutto estranee alla propria epoca, relegandole a un ruolo marginale che solo il passare del tempo e la cura di qualche studioso possono, a distanza di decenni, riportare alla luce. Sono vite postume, che provano a iniziare quando la morte ha già preso il sopravvento. Lo scambio tra le due grandi intellettuali è intervallato, in chiave metaletteraria, da una serie di conversazioni tra l'autrice di questo romanzo e una sua amica, Lara, che proprio su Kurghinian e Yesayan stanno effettuando un lungo lavoro di ricerca. Mentre setacciano documenti censurati, opere inedite e bozze incompiute, le studiose si confrontano sul ricordo di queste donne, due autentiche madri letterarie, mettendo insieme quel che resta di una memoria oscurata prima dal potere zarista e poi da quello sovietico.
Anonimo -